Non ho più vent’anni
Pavimenti bianchi a lastroni di piazze desiderose di persone, di conversazioni, di incontri, sorprese. Luoghi di connessione, cambiamenti di stato, sensazioni di smarrimento e familiarità insieme. Chiudere gli occhi e sapersi in altra parte mi fa sentire a casa. Perchè non percepisco questi luoghi come casa non l’ho mai capito. Mi sento sempre di passaggio. Sò che durerò poco in questo posto. Per adesso va bene ma il saper dove vorrò andare è come mettere la testa in un secchio di acqua gelida. Sto aspettando il coraggio di immergerla per vedere che ci sarà dopo. Un altro salto nel vuoto.Va presa qualche tutela per l’ingresso. Non ho più vent’anni. La cautela attenua la possibilità di aggiungere elementi nella classifica degli errori fatti in vita. E’ sempre il momento giusto per sognare di essere altrove. A volte si deve realizzare. Quando il sogno diventa ricorrente è necessario trasformarlo, esorcizzarlo, prenderlo sul serio.
dai, cazzo.